La chiesa greca importò in Sardegna tutti i suoi culti, fra i quali il culto per S. Elia che sostituì quello pagano per Elios; anche in Sardegna, come in Grecia e in Oriente, le chiese al santo furono edificate sulle sommità montane.
La chiesa di Monte Santo è intitolata a S. Elia e a S. Enoch.
e non a S. Eliseo come molti erroneamente affermano. L’errore può essere ricondotto al fatto che S. Eliseo era un discepolo di S. Elia, ma la leggenda narra che quando S. Elia salì sul pianoro, il suo discepolo, che sempre lo seguiva in ogni sua impresa, rimase ai piedi del monte.
Sulle pendici del rilievo, nel versante verso Mores, c’è infatti un piccolo luogo di culto cristiano che ha riutilizzato un ipogeo preistorico scavato nella roccia, noto con il nome di Crastu de Santu Liseu.
S. Enoch era invece un patriarca, figlio di Iared e padre di Matusalemme, e il suo accostamento a S. Elia è dovuto al fatto che di entrambi non si conosce la fine.
La chiesa è stata sempre amministrata, officiata e custodita dal Parroco e dalla Parrocchia di Siligo. Nessun proprietario del pianoro del Monte Santo si è opposto al sereno svolgimento della festa, che dal 1981 si svolge il Lunedì di Pasqua mentre prima, per la memoria collettiva, si svolgeva il martedì dopo Pasqua; la festa cristiana, secondo il calendario, ricorre il 20 luglio. Un comitato ha il compito di custodire la chiesa ed organizzare la festa sul monte.
Secondo quanto attesta il Condaghe di S. Pietro di Silki nella scheda n° 205, alla festa di S. Elia sul monte si riuniva la Corona de Locu, il tribunale al tempo dei Giudicati. Attualmente la chiesa si mantiene in buone condizioni statiche. Il pavimento della chiesa, autentico del secolo XI, era in trachite rosso scuro, ora rimane solo terra battuta. L’altare della chiesa è stato donato nel 1994.